Un legame indissolubile, lega Santa Barbara ai paternesi, fin dal 1500. A partire dal 1563 abbiamo notizie certe e documentate che attestano il culto di Santa Barbara all’interno del monastero e della chiesa S. Maria in Valle di Jòsafat. Nel 1576, quando in Sicilia e nella città di Paternò, imperversava la peste, i monaci benedettini prestarono la reliquia del dito al clero secolare, per poterla portare in processione. La peste scomparve e per i paternesi fu quello il primo miracolo della Santa che divenne Patrona della città. A causa di litigi tra clero e benedettini, l’allora vescovo di Catania decretò la consegna della reliquia alle monache benedettine. Tuttavia, ai padri benedettini rimase una seconda reliquia, quella della mandibola che venne donata all’attuale Chiesa nel 1731.
Come allora, ancora oggi la reliquia del dito è custodita dalla Parrocchia di “S. Maria dell’Alto” che, nei giorni di festa, la riconsegna per il culto dei fedeli. Dopo la liberazione dalla pestilenza del 1576 e la proclamazione di Santa Barbara a Patrona di Paternò, nacque l’esigenza di costruire un edificio di culto più grande e solenne. La chiesa della Maddalena, antico orto dei benedettini, diventò così la nuova chiesa di S.Barbara nell’attesa di costruire tutto il resto. Avvenne la commutazione dei titoli e l’antica Chiesa originaria divenne della Madonna dell’idria. Oggi, la parte sud ovest della Chiesa è, appunto, la cappella della Maddalena ed ospita il salone parrocchiale.
Ancora oggi, l’episodio della guarigione dalla peste è ricordato nel momento più atteso della festa, quando il fercolo con il simulacro della Santa arriva a in piazza Vittorio Veneto (nota come piazza S. Antonio), luogo dove sorgeva l’antico lazzaretto.
Proprio dall’evento miracoloso trae origine il grandioso spettacolo pirotecnico. Già le cronache del 1576 raccontano come i miracolati, uscendo dal lazzaretto, iniziarono a far festa accendendo i fuochi e luminarie per ringraziare la Santa e purificare i terreni appestati. La festa del Patrocinio di Santa Barbara viene ufficialmente istituita il 27 maggio del 1780, in occasione dell’arresto della colata lavica per intercessione della Santa a Ragalna, con il paese un tempo frazione di Paternò. Per tale evento, fu portato in processione il busto reliquiario della Patrona, ornato da una corona di rose. Da qui deriva l’appellativo di Santa Barbara delle Rose, festeggiato ogni 27 maggio con una processione del busto reliquiario verso i 3 altarini votivi di via Roma, piazza Indipendenza e piazza S. Giovanni (le palme).
Ricordiamo anche la festa del 27 luglio, questo perché nel 1660 venne donata ai giurati di Paternò la reliquia del braccio della Santa da parte di fra Stefano de Marinis, dell’ordine dei predicatori del convento di Messina, e solo il 27 luglio del 1667 venne donata ufficialmente alla chiesa.
Questa la gènesi del culto, della storia che unisce e crea un legame indissolubile di fede tra i paternesi e Santa Barbara. Quest’anno, la pandemia, ha permesso di far emergere con più forza la fede, la devozione e la preghiera di un’intera città.
Salvo Caruso