5 aprile 2021. La giornata della seconda Pasquetta in emergenza Covid sta per concludersi.
Sono da poco le 22, quando in via Filippo Corridoni, in prossimità di piazza Martiri d’Ungheria, un’auto prende fuoco. L’incendio è vicino all’ingresso di quella che fu l’abitazione del Dr. Attilio Guido, medico condotto, tanto amato negli anni delle sorti magnifiche e progressive del paese.
Noi, tutti insieme, da qualche ora abbiamo finito di rivederci in un incontro sul web, dopo quasi venticinque anni. E siamo rattristati da questa notizia dell’incendio, perché proprio in due piccole stanze di quella casa nel settembre del 1994 è iniziata la nostra avventura insieme.
Bisogna fare qualche passo indietro nel tempo però, per comprendere meglio l’insieme di gioia e tristezza in questa giornata di festa del nostro ritrovarci.
Dopo le stragi del 1992, le coscienze dei siciliani si svegliano e chiedono una classe politica diversa, ma anche un impegno collettivo nella gestione della cosa pubblica. Così si arriva alle elezioni dirette dei sindaci che nel 1993 vedono affermarsi nuove personalità, spesso estranee dal ristretto mondo politico di allora.
Anche Paternò è partecipe di questo clima, che determina l’elezione diretta con un plebiscito al primo turno della prima donna Sindaco della città: Graziella Ligresti, un’insegnante di lettere impegnata nel volontariato cattolico e nel mondo scolastico, senza nessuna appartenenza ai partiti storici.
Nello stesso tempo matura in noi, che in quegli anni avevamo tra i sedici e i venti anni, la consapevolezza che la crescita di una comunità dipenda, sì da una classe politica nuova, ma anche, per essere duratura, da un attivismo diverso della cosiddetta società civile.
Con questo orizzonte, mettendo da parte le differenze che ci separavano, proviamo a fare qualcosa insieme, inizialmente in 8, tra cui una sola donna appena maggiorenne, Eleonora. Nasce così il Centro Sociale Quarteri. Associazione che nasceva sulle parole della poesia di Don Primo Mazzolari, “ci impegniamo noi e non gli altri (...)” e per questo diversa dagli altri Centri Sociali, che in Italia facevano notizia. E dal nome “Quarteri”, un po’ difficile, frutto dell’ostinazione di Attilio (nipote del Dr. Guido e grazie al quale avemmo in uso quelle due stanzette), che indicava chiaramente il radicamento dell’azione nel territorio. Con i piedi a terra, su progetti concreti e non su ideologie. Ci si orientò da subito su attività di formazione culturale civico-politica, progetti di vicinanza ai carcerati di “Bicocca”, attività con i minori contro la dispersione scolastica, azioni per l’integrazione degli immigrati, accoglienza estiva di bambini sarawi, il cinema e altre piccole attività di integrazione o autofinanziamento. Quel gruppo iniziale di 8 crebbe, coinvolgendo stabilmente circa una ventina di attivisti, tra cui tante ragazze. Molte furono le iniziative promosse negli anni, tra cui un corso di educazione civica per la Città intitolato “Noi dentro la Costituzione”, che vide tra i relatori i magistrati Giovanni Cariolo, Mariella Ledda, Felice Lima e l’avvocato Vittorio Lo Presti.
Il CS Quarteri crebbe e nel 1997 ebbe in uso, da Padre Giuseppe Di Giovanni, i locali della ex sacrestia della Gancia, la Chiesa più antica di Paternò a quel tempo chiusa e in stato di abbandono da anni. Fu l’occasione per restituire alla Città quel luogo dimenticato e per avviare altre iniziative culturali come “LiberArte”, che si aggiunse alla rassegna cinematografica stagionale “Noi Cinema” presso il Cinema Excelsior, divenuto un appuntamento fisso del giovedì per tanti paternesi.
Il CS Quarteri concluse le sue attività agli inizi del 2000. Molti di noi finiti gli studi universitari, con la valigia in mano, partirono verso i luoghi del lavoro, sparsi anche al di fuori del confine italiano e quel gruppo visse una vera diaspora.
Le quarantene imposte dal Covid e la conseguente possibilità di fare ordine, tra documenti e archivi di chi ormai è pienamente nell’età adulta, hanno fatto scaturire l’idea di mettere insieme il materiale dell’attività di allora del CS Quarteri, proprio in occasione del 25° anniversario di quel corso di educazione civica portato avanti con tanto orgoglio. Il progetto di amarcord diventa più ambizioso, coinvolgendo i ragazzi di allora con la richiesta di girare un breve filmato dove raccontare qualcosa di se, adesso, e verificare cosa è rimasto di quella esperienza.
L’adesione di tutti è entusiastica. Mi ritrovo con tantissimo materiale video da gestire e montare, non solo per vedere se il tempo e la distanza ci hanno cambiati, ma anche per scoprire un orizzonte più ambizioso e provare a fare qualcosa ancora insieme.
In una Paternò assopita e rassegnata, offrire una piccola testimonianza a chi non ha vissuto la speranza degli anni ’90, per dire che ci si può mettere insieme nonostante le diversità e fare qualcosa di utile per la propria comunità.
In realtà Paternò ha da sempre manifestato il proprio lato migliore nell’associazionismo e nel volontariato, spesso silenzioso ma operoso, che ha saputo trovare risposte di generosità al bisogno che le istituzioni non riescono a dare. L’attività dei donatori di sangue, le Caritas parrocchiali, gli scout e tante altre associazioni hanno dato contributi certamente più duraturi nel tempo e forse anche più importanti di quelli offerti dalla breve storia del CS Quarteri.
Ma quel visibile attivismo di Quarteri aveva la peculiarità preziosa della trasversalità ideologica e giovanissima e di un orizzonte culturale di proposte, in alcune fasi martellanti, che ha qualche utilità ricordare ancora oggi, anche con la speranza di vederle riproposte magari dalle nuove generazioni.
Queste le motivazioni che hanno portato al filmato “Noi dentro la Costituzione…25 anni di cammino”.
Ma c’è una speranza in più per me, che da quasi 10 anni lavoro a Genova, vivendo la realtà del paese solo nel weekend. I nuovi strumenti telematici consentono una presenza che supera le distanze fisiche. Vivere realtà diverse, e spesso migliori della realtà paternese, permette anche di capire che il miglioramento della propria comunità passa attraverso scelte e volontà, a cui nel Meridione spesso si rinuncia. Allora ecco che accompagnare la ricostruzione della speranza può diventare un progetto che va ben oltre i confini comunali o regionali, ma coinvolge chi comunque alle proprie origini si sente legato e per questo ha voglia di tornare a offrire, dopo aver ricevuto. Inshallah.
Giovanni Parisi
Al link il video “Noi dentro la Costituzione…25 anni di cammino”.