Ritorna Pasqua. Un'altra Pasqua privati del momento più alto di coinvolgimento esterno della città nel sentimento antico e sempre nuovo di fratellanza nel dolore, sentimento che ci accomuna al seguito di Maria Addolorata, di Gesù morto, della Croce, che attraversano le vie cittadine. Ma forse non una privazione, un'opportunità piuttosto! Quella di andare a cercare quel volto di Maria, quelle membra martoriate di Gesù, quelle nudità della Croce non in immagini artificiali, ma in persone vere, nei tanti esseri umani, in carne, ossa e sofferenze vere, che incrociamo nelle nostre strade e troppo spesso non sappiamo vedere.
Almeno un centinaio di migranti anche quest'anno hanno trascorso almeno cinque mesi nella nostra città non solo sfruttati nel lavoro in campagna, ma anche 'scartati, costretti a vivere, a cercare riparo in capanne da bidonvilles messe su tra mucchi di immondizia ai piedi della collina storica. Per loro quest'anno non abbiamo potuto/saputo/voluto offrire neanche il servizio docce, a malapena un pasto e delle coperte. E mentre ci riecheggia nel cuore il 'Santa Madre deh, Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore un sogno illumina l'animo!
Durante la Processione Pasquale 2022 porteremo a Maria Addolorata e a Gesù Morto dei mazzi di fiori nuovi, diversi, contengono volti di cittadini di Paterno, di giovani lavoratori stranieri, foto di casette in passato a lungo sfitte e poi abitate, di ragazzi e non più tali, delle nostre associazioni con in mano cazzuole, cemento, pennelli… Ma cos'è? Da anni ed anni centinaia di case restano sfitte in paese. Perché non fare una cordata proprietari volontari-migranti lavoratori, chiamando i proprietari alla disponibilità ad affittare a prezzi concordati, i volontari ad eseguire gratuitamente eventuali necessarie riparazioni e migliorie, e a vigilare sul buon andamento della locazione, i lavoratori stranieri a sostenere i canoni concordati e ad avere cura attenta della casa?
E dietro la Processione del Venerdì Santo si sente già quel canto: 'Le tue mani son piene di fiori, dove li porti fratello mio? Li porto alla tomba di Cristo, ma so già che l'Amore non muore.
Graziella Ligresti