In questa città che, spesso e volentieri, finisce al centro di fatti di cronaca solo per via dell'arresto di questo o quel mafioso, per fortuna non esiste solo silenzio assenso da parte di chi "non vede, non sente e non parla". C'è una fetta importante e sana di questa città che da decenni ha imparato a non piegarsi. Un impegno che resta costante, tanto che di recente, a Paternò, è nata un'associazione antimafia, le “Agende Rosse Paternò - Gruppo Fava” i cui membri e fondatori sono tutti ragazzi decisi a fare qualcosa di concreto per cambiare le carte in tavola. Importantissima anche la sensibilizzazione dei ragazzi più giovani attraverso le scuole, poiché proprio passando dai banchi di scuola alle assemblee scolastiche si arriva alla partecipazione ai cortei per ricordare le vite innocenti stroncate dalla mafia e, dunque, ad una presa di coscienza e di posizione.
Di antimafia in città si comincia a sentire il bisogno in maniera forte a partire dagli anni '90. Illustre in questo caso la vicenda del 1 dicembre 1990 in cui furono proprio gli studenti ad organizzare una marcia silenziosa, la “Giornata per Piero”, per ricordare il giovane Pietro Parisi il cui corpo era stato ritrovato qualche giorno prima, ucciso con un colpo di pistola alla testa.
“La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine.” Così diceva uno dei personaggi diventati un simbolo nella lotta alla mafia, il giudice Giovanni Falcone. Prima o poi riusciremo a trovare un “vaccino” anche per questo virus, ma solo se uniti si può davvero combattere la mafia e questa lotta deve partire dalla società civile, dagli studenti, dai ragazzi. La strada imboccata sembra essere quella giusta, ora bisogna solo portare avanti il duro lavoro fin qui svolto e non fermarsi.
Rosario Laudani